24 aprile 2010

FIGLIO ADULTO CHE PRENDE SOLDI DALLA MAMMA: E' REATO DI ESTORSIONE!

Il figlio adulto che pretende somme di denaro dai genitori, ricorrendo a comportamenti violenti, è punibile per tentata estorsione.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza numero 14914 del 19 aprile 2010, decidendo sul ricorso di un giovane di Napoli, accusato di maltrattamenti e lesioni in danno della madre. Il ragazzo era stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, dopo che entrambi i genitori avevano confermato le violenze, consumate in seguito al loro rifiuto di consegnargli i soldi richiesti.
Il figlio si è difeso sottolineando la legittimità della sua pretesa. Infatti, aveva sostenuto, all’epoca era privo di lavoro, e quindi i genitori, in virtù dello stretto legame di parentela, avrebbero dovuto assecondare la sua richiesta.
I giudici della Sesta Sezione Penale della Suprema Corte hanno però ritenuto inammissibile tale tesi difensiva, affermando che “il figlio che richiede ai genitori somme di denaro ricorrendo a modalità violente, commette il reato di tentata estorsione, e non la minore fattispecie criminosa disciplinata dall’articolo 393 c.p., ciò non essendo in contrasto con il principio in base al quale l’obbligo dei genitori di concorrere al mantenimento dei figli, non cessa, ‘ipso facto’, con il raggiungimento della maggiore età da parte di questi ultimi, ma perdura, immutato, finché il genitore interessato alla declaratoria della cessazione dell’obbligo non dia la prova che il figlio ha raggiunto l’indipendenza economica”. Disposizioni che, spiega il Collegio di piazza Cavour, non valgono però per il ricorrente, dal momento che non ha dimostrato che le somme, estorte in modo violento, fossero utilizzate per il suo mantenimento.